La “Pastasciutta Antifascista” è una rievocazione storica che si tiene il giorno dell'arresto di Mussolini, avvenuto il 25 luglio del 1943, in ricordo della pastasciutta che per festeggiare la caduta del fascismo la Famiglia Cervi offrì a tutto il paese, distribuendola in piazza a Campegine.
Da anni è un evento nazionale dell’ANPI in ricordo della Famiglia Cervi e dei sette fratelli trucidati dai fascisti.
Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore erano i figli di Alcide Cervi e di Genoeffa Cocconi e appartenevano a una grande, antica famiglia di contadini, con radicati sentimenti antifascisti.
I sette fratelli erano partigiani nei GAP reggiani, strenui oppositori del regime fascista, che li arrestò e mandò a morte, mediante fucilazione, assieme a Quarto Camurri, il 28 dicembre del 1943, al Poligono di tiro di Reggio Emilia.
di Atos Benaglia
articolo pubblicato su "Resistenza e nuove resistenze"
La sezione Anpi di Pianoro è dedicata a Franco Bonafede, eroico combattente partigiano, nome di battaglia “Febo”. Nato il 1° gennaio 1925 a Pianoro, dal 1° ottobre 1943 al 3 febbraio 1944 fu attivo sul territorio; ben presto entrò a far parte del comando della 62ª brigata Garibaldi “Camicie Rosse”. In seguito militò nella 7ª brigata Gap Garibaldi “Gianni” fino al 10 novembre 1944. In uno scontro con i nazifascisti fu ferito gravemente, a una gamba e a un occhio, ma riuscì a salvarsi e continuò a combattere fino alla Liberazione. Per le sue azioni coraggiose gli è stata conferita la medaglia d’argento al Valor Militare.
Sul territorio di Pianoro e di Pian di Macina, terre di case del popolo e leghe contadine, di militanti socialisti e comunisti, perseguitati dai fascisti e ridotti alla clandestinità, si organizzò ben presto la rivolta contro i nazisti e i fascisti. Pianoro diede molti uomini e donne alla Resistenza e alla Lotta di Liberazione.
La maggioranza dei partigiani fu inquadrata nella 62ª brigata Garibaldi, molti altri nella brigata Stella Rossa “Lupo” e nella 36ª brigata Garibaldi “Bianconcini”. Furono 494 i partigiani pianoresi, di cui 43 donne, che combatterono il nazifascismo sulle montagne e nelle valli bolognesi, dal Reno al Savena al Santerno (per consultare “Il Muro del Ricordo” clicca qui) e nella città di Bologna. Di questi, 52 caddero in combattimento o furono fucilati, 9 furono insigniti di medaglia al Valor Militare di cui una donna, 3 con la Croce di guerra, di cui due donne.
Pianoro e la frazione di Pian di Macina furono completamente rase al suolo dai bombardamenti. Anche per questo, il Comune di Pianoro nel 2007 ricevette la medaglia d’oro al Valor Civile. Nel dopoguerra e negli anni della ricostruzione, l’Anpi di Pianoro fu punto di riferimento per gli ex partigiani e degli antifascisti ritornati sul territorio. Dai primi anni duemila la sezione è cresciuta, anche grazie all’apporto di nuove generazioni che nel tempo si sono affiancate agli anziani ex combattenti, raccogliendone l’eredità morale e il testimone ideale. Da sempre l’Anpi di Pianoro, oltre a celebrare il 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, con la deposizione di corone ai monumenti e ai cippi del territorio, partecipa attivamente ad altri anniversari, come il 27 gennaio Giornata della Memoria, l’8 marzo Giornata internazionale della Donna, il 1° maggio Festa dei Lavoratori.
La nostra sezione ha organizzato incontri con alunni delle scuole, visite ai luoghi di eccidi nazifascisti e di memoria resistente, come il Parco di Monte Sole, teatro delle stragi di Marzabotto e il monumento Memoriale della strage di Sabbiuno, sempre assieme alle autorità comunali di Pianoro con le quali ha sempre mantenuto un ottimo rapporto. Infatti ha sempre proficuamente collaborato con i sindaci e le amministrazioni comunali che si sono succedute nel dopoguerra, tutte di chiara sensibilità antifascista. Ha costruito, negli anni, alcuni “progetti esistenti”: concorsi musicali, concorsi per racconti nelle terze medie, presentazione di libri, proiezioni di film, l’edizione del libro La Resistenza per le vie di Pianoro. Partecipa sovente alle iniziative del “Tavolo della Pace” e di associazioni culturali come “Il viandante e la sua ombra” e “La Fornace” e con i circoli Arci del territorio, con alcuni dei quali organizza “pranzi Resistenti” e “pastasciutte Antifasciste”, sia per finalità conviviali che per l’autofinanziamento. Gli anni del Covid hanno visto un ovvio e inevitabile rallentamento delle iniziative, ma non l’azzeramento: pur osservando divieti e precauzioni, sono state celebrate ugualmente le date della memoria e il 25 aprile i nostri caduti hanno avuto fiori e corone davanti a tutti i monumenti. Anche il tesseramento ha “resistito” e ci sono 184 iscritti, di cui 10 nuovi e due ex partigiani. Si fa sempre più fatica a difendere la memoria della Resistenza e la Costituzione, perché oltre al tempo che è passato, tanti sono i detrattori dell’Anpi, dei valori e della storia che ancora rappresenta e che continuerà a narrare e a difendere.
Perché l’Anpi c’è ancora, in tutta l’Italia, con le sue sezioni e suoi militanti: è viva, preziosa, indispensabile, per continuare a respingere le tante provocazioni, le violenze, le impunite apologie del fascismo e i tentativi revisionisti di riscrivere la storia.
La sezione di Pianoro è presente sui social media con il proprio sito ( www.anpipianoro.it ), su Facebook ( https://www.facebook.com/ANPI. Pianoro ) e su Twitter (https://twitter.com/ ANPI_Pianoro/status/1465616664830124035 ).
Fino al febbraio 2005 la sezione Franco Bonafede di Pianoro si è onorata di avere come guida e presidente Diana Sabbi, valorosa partigiana, combattente prima nella 62ª brigata Garibaldi “Camicie Rosse”, poi nella 7ª brigata Gap Garibaldi “Gianni”, con la quale combatté nella battaglia di Porta Lame. Fu premiata alla fine della Lotta di Liberazione coi gradi di capitano e con la medaglia d’argento al Valor Militare. Nel dopoguerra si iscrisse al Pci e all’Udi, Unione Donne Italiane, di cui nel 1952 diventò presidente. Entrò a far parte della Cgil, di cui diventò ben presto dirigente e prima donna a far parte della segreteria della Camera del Lavoro di Bologna. Negli anni Ottanta è stata attiva nel sindacato pensionati di Bologna, negli anni Novanta si è dedicata all’Anpi di Pianoro e di Bologna. Lo scorrere impietoso del tempo ci ha privato del suo esempio e del suo affetto, ma non potrà mai cancellarne il ricordo. Alla sua memoria è stata intitolata la scuola primaria in via della Libertà a Pianoro e il Premio per la migliore tesi di laurea riguardante la Storia delle Donne, dei Movimenti e delle Resistenze.
31 maggio 2022
presso
Pianoro Factory - Via dello sport 2/3 - Pianoro
Alle ore 20,30
Incontro con gli autori di “Cinni di guerra”
Parteciperanno
Giacomo e Giuseppe Savini Autori del libro
Simona Salustri vice presidente Anpi Bologna
Conduce l’incontro Fabrizio Simoncini dell’Associazione Il viandante e la sua ombra
Partendo dai luoghi della memoria, attività di elaborazione e approfondimento. Un percorso per stimolare il pensiero critico, uno spazio e un tempo per pensare e confrontarsi su tematiche che interrogano profondamente la nostra coscienza.
USCITA+LABORATORIO GRATUITO PER RAGAZZI/E DAGLI 11 Al 15 ANNI
N° POSTI DISPONIBILI 23
ISCRIZIONE PRESSO CENTRO GIOVANILE PIANORO FACTORY INFO E MODULO ISCRIZIONE: INFO@PIANOROFACTORY.COM ENTRO IL 7 MAGGIO 2022 IL MODULO D'ISCRIZIONE DEVE ESSERE RICONSEGNATO ALLA SEGRETERIA
TRASFERIMENTO CON PULMAN PRIVATO, PUNTO DI RITROVO VIA DELLO SPORT 2/3 - PIANORO FACTORY PARTENZA - ORE 9:30 / RITORNO - ORE 18:30 PRANZO AL SACCO INCLUSO
Realizzato con il contributo di:
Unione dei comuni Savena e Idice
Comune di Pianoro
Pianoro Factory
Anpi Pianoro
Rossi di Castel Petrosa
con la collaborazione di:
Piantiamo la Memoria
Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
VENERDÌ 6 MAGGIO 2022
ORE 21:00
PRESSO
CENTRO GIOVANILE PIANORO FACTORY
via dello sport 2/3, Pianoro Nuovo (Bo)
Presentazione del libro
"30 secondi"
di Sonia Zanotti
Tra i feriti nell'attentato del 2 agosto 1980, Sonia ripercorre in queste pagine la sua esperienza: l'esplosione, il trauma e poi il dovere di testimoniare. Un'occasione per riflettere, a partire dalla sentenza del 6 aprile 2022 su mandanti e complici della strage fascista alla stazione di Bologna.
Parteciperanno:
Sonia Zanotti - Associazione familiari vittime 2 agosto 1980, testimone della strage
Cinzia Venturoli - storica, autrice del libro "Storia di una bomba" (2020)
Riccardo Lenzi - presidente Piantiamolamemoria APS
Saranno presenti altri familiari delle vittime
INGRESSO GRATUITO CON OBBLIGO DI MASCHERINA
INFO: 051/775465 - INF0@PIAN0R0FACT0RY.C0M
Realizzato con il contributo di:
Unione dei comuni Savena e Idice
Comune di Pianoro
Pianoro Factory
Anpi Pianoro
Rossi di Castel Petrosa
con la collaborazione di:
Piantiamo la Memoria
Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
Martedì 19 aprile
Poggio Scanno
località al confine tra Pianoro e Ozzano dell'Emilia
Ore 11.00 cerimonia presso il cippo a ricordo dei Caduti e Feriti della battaglia combattuta dai bersaglieri a Poggio Scanno il 19 aprile 1945.
Partecipa una delegazione formata dalle autorità del Comune di Pianoro e di Ozzano dell'Emilia e dai rappresentanti dell'Associazione Bersaglieri.
A cura dell'Associazione Nazionale Bersaglieri, sezione Bologna.
Giovedì 21 aprile
Ore 21.00 c/o ITC Teatro San Lazzaro di Savena "Mimma" spettacolo del Teatro dell'Argine. Il racconto di Irma Bandiera attraverso le testimonianze affettuose e appassionate di chi ha vissuto in prima persona la vicenda.
Ingresso gratuito, in collaborazione con il Comitato per le onoranze ai Caduti di Sabbiuno.
Prenotazione consigliata allo 0516270150 o scrivendo a biglietteria@itcteatro.it.
Sabato 23 aprile
"Pianoro sui muri... la storia"
Ore 11.00 c/o Piazza dei Martiri per scopertura pannello dedicato alla memoria dei Partigiani pianoresi.
Ore 11.30 c/o portico del Municipio, alla presenza delle autorità Istituzionali e delle Associazioni, inaugurazione installazione "Esposizione fotografica permanente sulla rinascita di Pianoro nel secondo dopoguerra" dedicata a Roberto Vitali.
Per l'occasione suonerà la Scuola di Musica Impullitti diretta dal M°Michelangelo Pellegrino.
Ore 17.00 "La natura e la memoria" trekking al calanco dell'Eccidio di Sabbiuno, iniziativa promossa dall'associazione Mirarte in collaborazione con il Comitato per le Onoranze ai Caduti di Sabbiuno.
Ritrovo: parcheggio dello Junior Club - via Serrabella 1
Rastignano. Info costo e prenotazioni: www.mirartecoop.it - mirartecoop@gmail.com - tel. 3200118596.
Lunedì 25 aprile
Mattinata dedicata alla deposizione delle corone di alloro ai piedi dei Monumenti ai Caduti delle frazioni del Comune alla presenza delle Autorità:
ore 8.30 Livergnano - Monumento al Soldato
ore 8.45 Livergnano - Cippo della piazzetta
ore 9.00 Querceto
ore 9.30 Pianoro Vecchio - Monumento a Salvo D'Acquisto
ore 10.00 Pian di Macina
ore 10.30 Rastignano
ore 10.30 Botteghino
ore 11.30 Pianoro - Piazza dei Martiri - Monumento ai Caduti.
Piazza dei Martiri - Pianoro Nuovo dalle ore 11.00 "Concerto Resistente" con il coro "Blue Skies" diretto dal M°Luigino Vignolo e i ragazzi e gli insegnanti della Scuola di Musica Impullitti diretti dal M° Michelangelo Pellegrino.
I concerti saranno accompagnati da letture sui temi della Resistenza e della Liberazione.
Intervengono:
Franca Filippini - Sindaca di Pianoro
Silvia Ferraro - Presidente dell'Anpi di Pianoro.
Giardini pubblici Pianoro Nuovo - Parco della Pace
ore 12.00 al Monumento alle Vittime della guerra e della Resistenza, esibizione del coro "Canta che ti
passa" del Centro socio-ricreativo Enrico Giusti;
ore 12.30 cibo etnico preparato dalle nuove cittadine pianoresi e "Maccheroni resistenti" per ricordare quando, il 25 luglio del 1943, a Campegine, i Cervi, per festeggiare la caduta del fascismo, insieme a famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte. La cittadinanza si riunì attorno al carro e alla “birocia” che aveva portato la pasta. Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi a burro e formaggio che, in tempo di guerra e di razionamenti, erano prima di tutto un pasto dì lusso.
A cura del Centro socio-ricreativo Enrico Giusti di Pianoro
Museo di Arti e Mestieri via del Guatando n. 2 - Pianoro Nuovo
ore 16.30 film “Il partigiano Johnny”, regia di Guido Chiesa.
Il film è tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Beppe Fenoglio. E’ considerato uno dei più
importanti romanzi sulla Resistenza oltre che del Novecento italiano.
A 100 anni dalla nascita, in omaggio all'uomo che volle come epitaffio: scrittore e partigiano.
Ingresso gratuito.
Martedì 26 aprile
Commemorazione Pilota FAB John Richardson Cordeiro e Silva
Ore 9.45 c/o monumento del Soldato a Livergnano cerimonia commemorativa in onore al 2° Tenente
Pilota brasiliano John Richardson Cordeiro e Silva, caduto a Livergnano nel 1944 durante la seconda guerra mondiale. Saranno presenti le autorità in rappresentanza del Comune di Pianoro e dell'Ambasciata del Brasile.
Ore 10.30 c/o Piazzetta a Livergnano deposizione di fiori presso il busto del Pilota brasiliano e scopertura targa.
Attività rivolte alle scuole promosse nell'anno scolastico 2021-2022
3 maggio 2022- Visita a Monte Sole: visita guidata rivolta alla classe 3AC della scuola secondaria di primo grado di Pianoro "V. Neri" percorso a piedi lungo sentieri e luoghi della memoria accompagnati da un testimone della strage e della storia del luogo (promosso in collaborazione con Anpi).
Aprile 2022
Sacrario di Monte Sabbiuno: visita guidata del Sacrario rivolta alle classi V delle scuole primarie di Pianoro e Rastignano (promossa in collaborazione con Anpi).
Progetti dedicati ai cittadini di Pianoro
Progetto "Monumenti che parlano": a tutti gli interessati alla storia e memoria dei caduti del nostro Comune, si segnala che sul sito del Comune attraverso il banner "Monumenti che parlano" è possibile prendere visione delle biografie dei partigiani nati, caduti e residenti a Pianoro, oltre che di documenti, filmati, foto e informazioni.
Sabato 23 aprile in piazza dei Martiri in occasione dell'inaugurazione dell'"Esposizione fotografica permanente sulla rinascita di Pianoro nel secondo dopoguerra".
Un progetto ideato in collaborazione con ANPI Pianoro, Tavolo per la pace Pianoro e nostri concittadini ricercatori di storia locale che hanno messo a disposizione dell’Amministrazione impegno, foto e documenti, nell’intento di mantenere viva la storia della Comunità pianorese dell’immediato dopoguerra.
Alle ore 11.00 verrà inaugurato il pannello dedicato alla memoria degli antifascisti e partigiani pianoresi.
Nell’occasione verrà ricordato anche il concittadino Roberto Vitali principale promotore del progetto e scomparso prematuramente, al quale la mostra verrà dedicata.
Porto il saluto dell’A.n.p.i. di Pianoro e vi auguro un buon lavoro e un buon Congresso.
Un pensiero e un ringraziamento va a tutti i compagni Partigiani e Partigiane, ormai scomparsi nell’impietoso scorrere del tempo : grazie a loro siamo qui, da loro abbiamo raccolto il testimone della Resistenza e della Lotta di Liberazione, cercando di dimostrarcene degni, difendendolo dalle aggressioni neofasciste, dai pericoli del revisionismo e del negazionismo.
Nonostante l’asprezza dei tempi, la pandemia e ora persino la guerra in Europa, seppur con fatica, cerchiamo di restare positivi, ma mentre vogliamo continuare a credere che il mondo possa cambiare, dobbiamo stare attenti che il mondo non cambi noi.
Quando troppi esponenti delle istituzioni, sindaci, parlamentari, manifestano sintonia e vicinanza al fascismo, celebrano il ventennio e intitolano piazze e strade a criminali fascisti, da tempo nella forze democratiche avrebbe dovuto accendersi un segnale di emergenza.
Il caso Durigon, con l’incredibile proposta di dedicare un parco al fratello di Mussolini e il recente assalto alla Sede della Cgil, sono stati soltanto la punta di un iceberg, un ennesimo apice della recrudescenza neofascista e in questi 76 anni, di iceberg e di apici, la democrazia nel nostro Paese ne ha dovuti affrontare parecchi.
L'A.n.p.i. è oggi l'unico campo "franco" in cui possano incontrarsi uomini e donne di appartenenza politica diversa, ma uniti da Valori assoluti : l’Antifascismo, la Resistenza, la Democrazia e la Costituzione.
Da tempo all’A.n.p.i. si stanno rivolgendo, in tutta Italia, migliaia di giovani e meno giovani compagni e compagne, che cercano comunità, socialità, punti di riferimento.
Certo l'A.n.p.i. può riempire vuoti di passione e di riferimento, ma non può e non vuole certo sostituirsi a partiti e a organizzazioni politiche : non è il nostro compito, non è la nostra missione.
La nostra missione è rafforzare ciò che ci unisce e attenuare ciò che ci divide.
E’ quindi importante e prezioso l’appello del 15 gennaio di quest’anno “Uniamoci per salvare l’Italia” sottoscritto da tutte le Associazioni Partigiane, da Sindacati, da Partiti e Organizzazioni democratiche.
Sulle fondamenta di questo appello, può e deve crescere una costruzione Resistente, basata sui Valori dell’Antifascismo, della Giustizia Sociale, della Libertà, della Democrazia, della Solidarietà, della Pace, del Lavoro.
Ne abbiamo estremo bisogno, perché non possiamo non essere preoccupati per la deriva antipolitica, razzista e sovranista, che investe il nostro Paese, ma anche il resto d’Europa, assieme al proliferare di organizzazioni neofasciste e neonaziste.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a tentativi di cancellare, negare, trasformare la Memoria della Resistenza e della Lotta di Liberazione.
L’ondata revisionista ha toccato altezze da tsunami, con pubblicazioni e libri vergognosi e con filmati oltraggiosi, trasmessi anche da televisioni di Stato.
Capitolo a parte rappresenta il castello di strumentalizzazioni riguardanti le foibe : le destre hanno ottenuto il loro “giorno del ricordo”, da contrapporre senza vergogna alla “giornata della Memoria” e senza pronunciare nemmeno una parola di verità e giustizia sui crimini italiani e fascisti in Slovenia e Croazia.
D’altronde se in questi 30 anni siamo stati governati da postfascisti e piduisti, molti ancora oggi presenti in Parlamento, potevamo attenderci un trattamento diverso per la Verità e per la Memoria della Resistenza.. ?
Ed ecco allora il problema dell’informazione, della disinformazione, della deformazione, del cosiddetto circo mediatico.
Esistono quotidiani nazionali e fogli locali che definire di destra è riduttivo, che seminano odio e menzogne e attaccano con ferocia e senza limiti i Valori che noi difendiamo.
E non arrivano neppure regali dai grandi quotidiani : dalla Stampa, da Repubblica, dal Corriere della Sera arrivano spesso sottovalutazioni e ignavia, fatti salvi pochi giornalisti coraggiosi come Paolo Berizzi, che a causa delle proprie inchieste sui neofascismi, ora deve girare sotto scorta.
Si potrebbe pensare che fosse sufficiente ignorarli e non leggerli, se non fosse che i loro direttori ed editorialisti vengono poi invitati regolarmente in tutti i programmi, i talk show, i confronti politici dal mattino, al pomeriggio e alla sera, in cui sono liberi di reiterare i propri attacchi e le proprie menzogne, sulle tante televisioni di Berlusconi e anche su quelle della Rai : è proprio questo il circo mediatico, il rimbalzare della violenza e dell’odio dalla carta stampata alle reti televisive, che è puro veleno per un’informazione vera e democratica.
Come benzina sul fuoco, assistiamo poi all’altro circo, quello dei social, degli hater, degli odiatori.
Siamo arrivati ad un livello di fascismo mediatico così violento, che francamente in pochi ci saremmo aspettati.
E mentre le destre parlamentari, sia di governo che di opposizione, lisciano abbondantemente il pelo ai novax, nopass e nomask, le destre extra parlamentari cercano di strumentalizzarne la rabbia e l’odio, cercando così di creare nuovi proseliti e di mettersi alla testa di manifestazioni sempre più violente.
Anche soltanto per questo, tutte le organizzazioni di estrema destra, che fanno chiari riferimenti al fascismo e al nazismo, devono essere messe fuori legge.
Se non li fermiamo, fin che siamo in tempo, le cose potrebbero peggiorare pericolosamente, come si è visto con l’attacco alla sede della Cgil .
Vorrei quindi fosse evidente a tutti che, delle battaglie democratiche e antifasciste che dobbiamo necessariamente combattere, la più urgente sia quella dell’ informazione.
Siamo di fronte a storici e colpevoli ritardi . Il conflitto d’interessi non è mai stato affrontato davvero, né ovviamente risolto : da anni ne stiamo pagando le conseguenze e ora i nodi vengono al pettine.
Come aberrante nemesi di un Paese che non ha mai veramente fatto e chiuso i conti con il proprio nefasto passato fascista, continuano i tentativi di infame equiparazione tra Partigiani e “repubblichini”, con incredibili intitolazioni di strade e piazze a gerarchi fascisti.
Intanto continuano le aggressioni fasciste a singoli compagni, a circoli e centri sociali : è lunga la lista delle violenze a omosessuali, a immigrati, a giovani Antifascisti, ragazze e ragazzi che incredibilmente, pur in mezzo all’oceano di disinformazione, riescono ancora a scegliere l’Antifascismo come Valore vitale e imprescindibile, a reagire al progetto di oblio delle coscienze.
Ci sono giovani formidabili nelle scuole, nei movimenti degli studenti, nei movimenti giovanili, nei circoli sociali e culturali : sono il nostro futuro, non dobbiamo lasciarli soli.
Intanto il solco fra poveri e ricchi è sempre più profondo, il lavoro è sempre più diffusamente precario e malpagato, la sanità pubblica fatica a reggere per colpa di scelte scellerate operate da chi ha voluto e vuole ancora sostituirla con quella privata.
Il liberismo ha alzato sempre più l’asticella dei diritti, aumenta di nuovo la diseguaglianza di diritti tra donne e uomini : tutto ciò che lo Stato non riesce più a supportare e sopportare, viene sempre più caricato sulle spalle delle donne.
E quindi comprensibile che la missione di chi ancora vuole Resistere e si ostina a lottare, a volte appaia veramente proibitiva.
Ma compagni : non era forse proibitiva e disperata la Resistenza di chi, in montagna, passava le notti al freddo e le giornate con il fucile in mano, lottando contro le S.S. naziste e le squadre criminali fasciste..?!
E allora, pensando ai Partigiani, noi non abbiamo diritto di lamentarci, ma bensì il dovere di affrontare anche queste nuove emergenze.
Dobbiamo continuare a coltivare il coraggio dell’indignazione, della collera e della Resistenza, quello che ci hanno insegnato i nostri padri, perché non vogliamo perdere ciò è stato conquistato con i loro sacrifici e perché vogliamo un futuro diverso per il nostro Paese.
Nonostante le difficoltà, i limiti e gli ostacoli, la nostra Associazione è viva, preziosa e indispensabile per rilanciare la mobilitazione antifascista e fondamentale è il ruolo, il credito e il prestigio che ancora viene riconosciuto all’ A.n.p.i.
L’A.n.p.i. c’è.
C’era ieri, c’è oggi e ci sarà anche domani.
Giovedì 27 gennaio 2022
GIORNO DELLA MEMORIA
Proiezione del film “L’Onda”
Regia di Denis Gansel
Presso
Centro Giovanile Pianoro Factory
Via dello Sport, 2/3
Pianoro
Ore 20.30
Interverrà
La Sindaca di Pianoro Franca Filippini
Il Segretario dell’ANPI
Il Tavolo della Pace
Seguirà
Presentazione del film “L’Onda” a cura degli operatori volontari di servizio civile
Intervento Scout di Pianoro
Il gruppo, l’identità e la responsabilità della scelta
A seguire dibattito
INGRESSO LIBERO. RICHIESTO GREEN PASS RAFFORZATO.
Nell'augurare un felice 2022 la sezione F. Bonafede anche quest'anno dedica alle donne partigiane il suo calendario.
La Resistenza al femminile
35.000 combattenti, 20.000 con funzioni di supporto, 70.000 organizzate nei Gruppi di difesa della donna, 4.500 arrestate, condannate o torturate dai tribunali fascisti, 2.750 deportate in Germania, 623 fucilate, cadute in combattimento o impiccate, 512 commissarie di guerra. E, tra queste, solo 19 le medaglie d’oro e 18 quelle d’argento insignite in seguito al conflitto.
Un grandissimo apporto alla guerra di Liberazione taciuto fino al 1975, in molte città fu vietato alle donne di partecipare alle parate militari della Liberazione.
A Bologna nel 1975 all’interno del parco di Villa Spada è stato realizzato il monumento, dedicato alle 128 donne partigiane della provincia di Bologna cadute nel corso della lotta di liberazione.
Realizzato dagli architetti del gruppo "Città nuova", autori anche del memoriale di Sabbiuno.
Quest’anno nel nostro calendario 2022 vogliamo ricordarne alcune.
Queste sono la loro biografie
Bandiera Irma «Mimma» anni 29 nata a Bologna. Licenza elementare. Aderente al PARTITO COMUNISTA ITALIANO, appartenne alla 7a brigata GAP Gianni Garibaldi nella quale svolse la funzione di staffetta e di gappista. Catturata il 7/8/44, fu successivamente torturata per più giorni fino alla morte avvenuta a Bologna il 14/8/1944. Il cadavere fu esposto dai fascisti sulla strada adiacente alla propria abitazione.
Al suo nome venne intestata l’organizzazione sappista della città di Bologna: 1a brigata Irma Bandiera Garibaldi. Gli è stata conferita la medaglia d’oro alla memoria con la seguente motivazione: «Prima fra le donne bolognesi ad impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà, si battè sempre con leonino coraggio. Catturata in combattimento dalle SS tedesche, sottoposta a feroci torture non disse una parola che potesse compromettere i compagni. Dopo essere stata accecata, fu barbaramente trucidata sulla pubblica via. Eroina purissima degna delle virtù delle italiche donne, fu faro luminoso per tutti i Patrioti bolognesi nella guerra di Liberazione». Meloncello, 14/8/1944.
La federazione bolognese del Partito Comunista Italiano il 4/9/44 pubblicò un foglio volante nel quale, ricordando il sacrificio della Bandiera, incitò i bolognesi ad intensificare la lotta contro i nazifascisti. Bologna, Argelato, S. Giorgio di Piano, Malalbergo e Molinella le hanno intestata una strada.
Chirici Ginetta anni 20 nata a Pistoia. Nel 1943 residente a Bologna. Diploma di abilitazione magistrale. Maestra. Militò nella brigata Stella rossa Lupo e operò sull’Appennino tosco-emiliano. Fu uccisa dai nazifascisti il 4/10/1944, in località Cà Beguzzi a Casaglia, nel corso dell’eccidio di Marzabotto, con altre 19 persone le cui biografie sono in Quirico Amaroli. La madre era stata uccisa il 29/9/44.
Comastri Marcellina anni 23 nata a Marzabotto; ivi residente nel 1943. Casalinga. Fu uccisa dai nazifascisti in località Pioppe di Salvaro (Grizzana) il 29/9/1944 nel corso dell’eccidio di Marzabotto insieme al fratello Alfiero. Riconosciuta partigiana nella brigata Stella rossa Lupo.
De Giovanni Francesca Edera, “Edera” anni 21 nata a Monterenzio; ivi residente nel 1943. Mugnaia. Negli ultimi giorni del gennaio 1943, mentre si trovava in un locale pubblico, a Savazza (Monterenzio), si avvicinò a un impiegato comunale e, indicando la camicia nera che portava sotto la giacca, disse: «Queste camicie nere… fra qualche anno dovranno scomparire». Denunciata non si sa da chi, fu arrestata il 28/1. Interrogata dai carabinieri, ammise di avere pronunciato la frase, ma in tono scherzoso perché la camicia non era pulita. Dopo 15 giorni di carcere fu diffidata e liberata. Fece parte del primo gruppo di partigiani formatosi a Monterenzio, che in seguito confluirà nella 36ª brigata Bianconcini Garibaldi e nella 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi. Alla fine del marzo 1944, insieme al suo compagno Egon Brass, lasciò Savazza per prendere contatti con i dirigenti della lotta di liberazione.
Appena giunta a Bologna, alle Due torri, fu catturata in seguito ad una spiata. Torturata in S.Giovanni in Monte (Bologna), venne fucilata l’1/4/1944 dietro le mura della Certosa di Bologna, insieme con Egon Brass, Attilio Diolaiti, Enrico Foscardi, Ferdinando Grilli e Ettore Zaniboni. Fu la prima donna a essere fucilata a Bologna dai fascisti. Riconosciuta partigiana nella 1ª brigata Irma Bandiera Garibaldi e nella 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi dal 9/9/43 all’1/4/44. Il 2/4/44 “il Resto del Carlino” diede notizia dell’avvenuta fucilazione in un articolo dal titolo “Ferma ed energica azione contro le bande terroristiche”. La notizia fu riferita anche in un volantino del Comitato federale del Partito Comunista Italiano nella prima decade di settembre e dal foglio clandestino “La Voce delle donne” nel marzo 1945. Il suo nome è stato dato a una strada e a una scuola d’infanzia di Bologna e a una strada di Monterenzio.
Degli Esposti Gabriella anni 22 nata a Crespellano. Emigrò a Castelfranco Emilia (BO) il 15/6/31. Licenza elementare. Casalinga. Coniugata con Bruno Reverberi, esponente antifascista. Terzogenita di sei fratelli, nata da genitori di ideali socialisti di modesta condizione economica, divenne comunista. Fin dal 9/9/43 prese parte alla lotta di liberazione facendo della sua casa una base avanzata delle formazioni partigiane ed eseguendo personalmente rischiose azioni di sabotaggio. Capeggiò nel luglio 1944 una manifestazione di donne di fronte al podestà di Castelfranco Emilia (MO) che così la minacciò: «Un giorno ti pentirai di avere portato le donne in piazza». Catturata nel corso di un rastrellamento il 14/12/44, venne torturata e seviziata e infine fucilata il 17/12/1944 a S. Cesario sul Panaro (MO) sul greto del fiume assieme ad altri 8 partigiani del luogo. Notizia dell’arresto e della fucilazione fu data da “L’Avanti” clandestino in data 18/2/45. Le è stata concessa la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: «Due tenere figliolette, l’attesa di un terzo, non le impedirono di dedicarsi con tutto lo slancio della sua bella anima alla guerra di Liberazione. In quindici mesi di lotta senza quartiere si mostrava instancabile ed audacissima combattente facendo della sua casa una base avanzata delle formazioni partigiane, eseguendo personalmente numerosi atti di sabotaggio e contribuendo alacremente alla diffusione della stampa clandestina. Catturata, fu sottoposta alle torture più atroci per indurla a parlare, le furono strappati i seni e cavati gli occhi, ma ella resistette imperterrita allo strazio atroce senza dir motto. Dopo una dura prigionia con le carni straziate ma non piegata nello spirito fiero, dopo avere assistito all’esecuzione di otto suoi compagni, affrontava il plotone di esecuzione con il sorriso sulle labbra e cadeva invocando un’ultima volta l’Italia adorata. Leggendaria figura di eroina e di martire». Castel Franco Emilia, 17 dicembre 1944.
Druidi Olga anni 23 nata a Marzabotto. Nel 1943 residente a Grizzana. 3.a elementare. Sarta. Militò nella brigata Stella rossa Lupo. Fu uccisa dai nazifascisti il 29/9/1944 in località Cadotto di S. Martino, nel corso dell’eccidio di Marzabotto, insieme al fratello Renato
Fini Gina anni 29 nata a Savigno. Nel 1943 residente a Marzabotto. Casalinga. Militò nella brigata Stella rossa Lupo. Venne uccisa dai nazifascisti in località Sperticano il 29/9/1944, nel corso dell’eccidio di Marzabotto, insieme con i figli Gabriella e Giancarlo Angiolini
Guazzaloca Laura anni 24 nata a Bologna; ivi residente nel 1943. Diploma di istituto magistrale. Maestra elementare. Militò nella 36a brigata Bianconcini Garibaldi. Fece parte del presidio medico della brigata diretto dal prof. Romeo Giordano. Dopo la battaglia di S. Maria di Purocielo (Brisighella - RA), mentre il grosso della brigata si apprestava a varcare il fronte, insieme con i dott. Renato Moretti e
Ferruccio Terzi rimase ad assistere i feriti gravi, e non trasportabili, nascosti nella canonica di Cavina. Durante il rastrellamento, i tedeschi scoperta l’infermeria, fecero ricoverare i feriti insieme con i medici e gli infermieri nell’ospedale di Brisighella (RA). Dopo alcuni giorni, i fascisti, fatta irruzione nell’ospedale, li prelevarono per ignota destinazione. Mentre i feriti assieme ai due medici vennero fucilati a Bologna, fu prima incarcerata a Castel d’Aiano e successivamente internata a Fossoli (Carpi-MO), dove venne fucilata il 23/11/1944.
Maldini Alba anni 18 nata a Marzabotto. Nel 1943 residente a Zola Predosa. Licenza elementare. Colona. Militò nel battaglione Monaldo della 63a brigata Bolero Garibaldi e operò nella zona tra Zola Predosa e Monte S. Pietro. Il 20/4/1945, nel corso di uno scontro con le forze tedesche in ritirata, nel bosco di Monte Capra, restò uccisa con altri 4 partigiani.
Pedrielli Irma «Vilma» anni 20 nata a Calderara di Reno. Nel 1943 residente a Bologna. Operaia orlatrice. Entrata nel movimento partigiano, fece parte del reparto femminile della 7ª brigata GAP Gianni Garibaldi con funzione di staffetta. Fu addetta al servizio informazioni e collegamenti. Il 14/9/44, a seguito di delazione, fu catturata dalle brigate nere nella sua abitazione in via Ponte Romano che fungeva da base partigiana, insieme con Roveno Marchesini e Ada Zucchelli. Nonostante le sevizie subite non rivelò alcuna informazione. Il 19/9/1944 venne fucilata al poligono di tiro di Bologna. Il suo nome fu dato a un GDD. Riconosciuta partigiana dall’1/6/44 al 19/9/44. Il suo nome è stato dato a una scuola d’infanzia a Bologna.
Tamburini Rina anni 24 nata a Panano (MO). Nel 1943 residente a Lizzano in Belvedere. Licenza elementare. Bracciante. Militò nella 7a brigata Modena della divisione Armando e operò sull’Appennino tosco-emiliano con funzione di ispettore. Il 27/9/1944 fu uccisa dalle SS tedesche, nel corso dell’eccidio di Cà Berna (Lizzano in Belvedere), con altre 29 persone.
Argia Tosi anni 44 nata a Malalbergo. Nel 1943 residente a Castel Maggiore. Casalinga.
Militò nel battaglione Cirillo della 4a brigata Venturoli Garibaldi e operò a Castel Maggiore.
Venne catturata e uccisa, assieme al fratello Ivo e ad altre trentun persone (partigiani, civili, donne), nel corso di una rappresaglia delle FF.AA. tedesche il 14 ottobre 1944, in località Sabbiuno di Castel Maggiore (in via Saliceto), dopo uno scontro avvenuto nei pressi nella stessa giornata fra partigiani, guidati da Franco Franchini, e fascisti.
Zebri Bruna anni 17 nata a Marzabotto; ivi residente nel 1943. Militò nella brigata Stella rossa Lupo e operò sull’Appennino tosco-emiliano. Fu uccisa dai nazifascisti in località Colulla di Sopra di Sperticano il 30/9/1944, nel corso dell’eccidio di Marzabotto, con la madre, i fratelli Bruno e Matilde ed i conviventi Gaetano, Clelia Rosa ed Enrica Maria Quercia. Sulle circostanze della sua morte, si legge in un rapporto scritto dopo la Liberazione dal capitano della polizia Carlo Galli: «...la giovane Zebri Bruna, in istato di avanzata gravidanza, viene squartata, mentre il misero feto viene trafitto dalle baionette germaniche».
Zucchelli Ada «Olga» anni 27 nata a Calderara di Reno. Nel 1943 residente a Bologna. Operaia bustaia. Militò nella 7ª brigata GAP Gianni Garibaldi e operò a Bologna e Calderara di Reno. Fece parte del gruppo che preparò l’assalto alle carceri di S. Giovanni in Monte (Bologna) il 9/8/44 e liberò i prigionieri politici e comuni. Ebbe l’incarico di tenere i collegamenti con i detenuti per concordare le modalità dell’operazione. Il 14/9/44 fu arrestata dalle brigate nere, a seguito di una delazione, nella sua abitazione in via Ponte Romano, insieme al nipote Roveno Marchesini e a Irma Pedrielli. Dopo essere stati torturati, vennero fucilati il 16/9/1944 al poligono di tiro di Bologna.
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